Psicologo a Milano: professione del futuro?
di Sonia Pasquinelli
“Il lavoro dello psicologo oggi?” Questa domanda affolla i forum delle facoltà di psicologia, promossa da voci titubanti e timorose di adolescenti confusi per la scelta universitaria, che cercando la propria strada si soffermano a pensare ad una professione sulla quale non hanno idee chiare, ma che senza dubbio esercita un certo fascino e muove l’interesse di moltissimi giovani.
Chi è lo psicologo? Che lavoro fa uno psicologo? Qual è il ruolo dello psicologo?
La professione dello psicologo è regolamentata dalla legge n. 56 del 1989, che enuncia: ”la professione di psicologo comprende l’uso degli strumenti conoscitivi e di intervento per la prevenzione, la diagnosi, le attività di abilitazione-riabilitazione e di sostegno in ambito psicologico rivolte alla persona, al gruppo, agli organismi sociali e alle comunità. Comprende altresì le attività di sperimentazione, ricerca e didattica in tale ambito”.
Tuttavia leggere una definizione non equivale a farsi un’idea di quello che potrebbe essere un lavoro reale e concreto in ambito psicologico, e di quali siano i limiti e le difficoltà per chi si accosta ad un percorso la cui proposta formativa è così articolata e il numero di matricole in vertiginosa crescita.
Un ulteriore “problema” consiste nel tracciare dei confini tra i diversi settori della materia, compito niente affatto semplice, trattandosi di categorie che mutano nel tempo, e che spesso presentano sfumature e sovrapposizioni.
In questo momento gli psicologi in italia sono piu’ di 35.000, e gli studenti di psicologia sono oltre 55.000, sparsi nei diversi atenei italiani ( attualmente in corsi di laurea di psicologia a Torino, Milano Cattolica, Milano Bicocca, Milano San Raffaele, Bologna-Cesena, Parma, Firenze, Urbino, Roma, Roma Lumsa, L’Aquila, Chieti, Bari, Napoli, Palermo, Cagliari).
I test d’ingresso per queste facoltà non richiedono una preparazione specifica, ma si basano sull’accertamento che il candidato possieda conoscenze di livello liceale (lingua italiana, lingua inglese, scienze naturali -biologia, chimica e fisica-, logica e matematica, cultura generale storico-filosofica), un buon livello di tenacia nello studio e di impegno teorico e pratico, nonché una forte motivazione personale e autoconsapevolezza.
Lo studio della Psicologia prevede di confrontarsi numerose materie scientifiche eterogenee che concorrono a fornire una preparazione completa in vari settori: si spazia dalle materie di base, quali Psicologia Dinamica, Psicologia dello Sviluppo e Psicologia Sociale, a materie complementari (Informatica e Biologia) e metodologiche (Psicometria, Psicofisica). Proseguendo nel corso di studi si arriva a materie più specialistiche, scelte in base alle personali attitudini e agli interessi primari dello studente.
Spesso sorge una confusione tra i diversi termini che designano le figure professionali affini allo psicologo: uno Psicologo non necessariamente si occupa dell’attività clinica e di pazienti. Il laureato triennalista non viene definito psicologo: la Camera dei Deputati ha approvato la ridenominazione del profilo professionale del laureato triennalista da “Psicologo Junior” a “Dottore in Tecniche Psicologiche”.
Lo Psicoterapeuta è uno Psicologo, o un medico, che ha frequentato una scuola di specializzazione quadriennale di psicoterapia, dopo la Laurea completa (il cosiddetto 3+2 del Nuovo Ordinamento) e l’abilitazione attraverso un Esame di Stato e la successiva iscrizione all’albo professionale.
Lo psicoterapia (il cui significato etimologico è “cura dell’anima”) consiste in un approccio più “profondo” al problema del paziente, nella cura di disturbi psicopatologici di diversa gravità che possono inficiare la qualità della vita della persona che ne soffre. Lo Psicoanalista è uno psicoterapeuta che ha seguito il percorso formativo organizzato da una delle diverse Società Psicoanalitiche (ciascuna con un proprio specifico orientamento teorico), che prevede anche un cammino di analisi personale.
Lo Psichiatra è un Medico specializzato, la cui professione è orientata al trattamento di psicopatologie molto gravi, che ha la facoltà di prescrivere psicofarmaci.
Un’area che ha conosciuto un’intensa espansione in tempi recenti è la psicologia del lavoro, ossia quel campo della psicologia che si occupa dello studio dell’uomo inserito in un ambiente di lavoro.
Essa ha numerose applicazioni e sbocchi lavorativi diversi. In sviluppo è il settore della selezione del personale (analisi, tramite test e colloqui, del profilo psico-attitudinale dei candidati, per indirizzarli ad aziende secondo le esigenze di queste ultime) in cui lo psicologo collabora con esperti del settore professionale in cui avviene la selezione. Solo lopsicologo, però, è autorizzato a utilizzare strumenti psicologici e a formulare giudizi psicoattitudinali che si traducano in decisioni sull’esito della selezione (Sentenza sul caso Platè, Tribunale di Milano). Vi sono poi i settori dell’orientamento professionale, l’organizzazione di corsi di formazione professionale (lo studio, anche per personale già inserito nel mondo del lavoro, dei metodi più efficaci per l’apprendimento e la messa in pratica di competenze professionali), l’analisi del clima organizzativo negli ambienti di lavoro.
L’attenzione è spesso rivolta al gruppo: la psicologia dell’organizzazione considera l’interazione tra l’individuo e il reparto o gruppo di lavoro in cui è inserito, per intervenire ogni qualvolta sia necessario ristabilire un equilibrio nel sistema.
Recentemente si parla anche di psicopatologia del lavoro, per indicare lo studio delle reazioni patologiche degli individui ad alcune condizioni di lavoro, dallo stress al più moderno concetto di “mobbing”.
Di importanza sempre maggiore è destinato a diventare il ruolo dello psicologo scolastico, poiché sono in atto concreti progetti per istituire un nuovo servizio di psicologia scolastica che si occuperà, fra l’altro della prevenzione dei fenomeni dell’abbandono, del bullismo e del vandalismo.
Si trova ancora in fase embrionale, invece, il progetto per l’istituzione dello psicologo di base, una figura che, semplificando, dovrebbe essere simile al medico di base per il benessere psicologico, e dovrebbe svolgere attività di prevenzione e promozione del benessere seguendo l’assistito nel suo ciclo di vita e in particolare nei momenti conflittualità e crisi. Attualmente il Sistema Sanitario Nazionale da lavoro a poco più di 5000 psicologi in Italia, di cui oltre mille in Lombardia.
Parlando in generale, il mercato di lavoro per gli psicologi è piuttosto saturo, quindi diventa molto importante prepararsi ad affrontare un’attività professionale molto frammentaria, almeno all’inizio: i giovani laureati trovano occupazioni per lo più provvisorie, come educatori, consulenti, e spesso viene richiesto lo svolgimento di stages pratici, Master e Specializzazioni.
Poiché esistono davvero moltissime scuole e indirizzi, bisogna sempre tenere a mente quanto sia importante accertarsi della validità e della serietà della scuola scelta.
Solo a Milano le Facoltà di Psicologia sono addirittura tre, oltre quaranta le scuole di specializzazione universitarie o riconosciute dal Ministero dell’Istruzione e almeno sei i master Universitari.
Destreggiarsi nella scelta e nella comprensione delle differenze tra indirizzi potrebbe allora sembrare più complicato di quanto non sia in realtà: ogni università organizza giornate di orientamento e dispone di un servizio di orientamento e tutoraggio che può fornire l’aiuto e le informazioni necessarie.
Infine, forum dedicati permettono agli studenti di entrare in comunicazione tra loro: spesso parlare con chi ha già superato lo stesso “periodo di transizione” chiarisce le idee più di ogni altra cosa.
Ecco un quadro più critico e freddo della situazione, da AltraPsicologia