La rivoluzione del DSM-V nella pratica
La rivoluzione del DSM-V nella pratica
Ovvero come guarire istantaneamente con il DSM-V, una provocazione che diverrà realtà?.
A quanto pare guarire istantaneamente è possibile, almeno se il “malato” ha una diagnosi di Disturbo di Personalità.
L’avvento del DSM-V porterà con se numerosi cambiamenti, tra cui alcune cancellazioni che renderanno forse felici numerosi pazienti. Per comprendere meglio ciò di cui si sta parlando, si prenda in considerazione il seguente esempio.
Immaginiamo che il signor Massimo si rechi oggi dal dottor Verdi, richiedendo una valutazione della propria personalità. Utilizzando il DSM-IV-TR[1] il dottor Verdi diagnostica a Massimo un “Disturbo Narcisistico di Personalità”, dato che il paziente soddisfa almeno 5 di 9 criteri di tale disturbo. Ammettiamo che i 5 criteri soddisfatti siano: “Senso grandioso di importanza […]” (criterio 1); “Assorbito da fantasie di illimitati successo, potere, fascino, bellezza, e di amore ideale” (criterio 2); “crede di essere speciale e unico, e di dover frequentare e poter essere capito solo da altre persone (o istituzioni) speciali o di classe elevata” (criterio 3); “Richiede eccessiva ammirazione” (criterio 4); “Mostra comportamenti o atteggiamenti arroganti e presuntuosi” (criterio 9).
Nel 2013 il signor Massimo, che dal 2010 non ha intrapreso alcun percorso di cura, si reca da un altro specialista, il dottor Bianchi il quale, non conoscendo il paziente, vuole formulare la sua diagnosi. Utilizzando il DSM-V il dottor Bianchi comprende come Massimo rientri in un Disturbo di Personalità di Tipo Antisociale/ Psicopatico, anche se la sua personalità solo “lievemente corrisponde” (punteggio 2 del “Type rating”) con la descrizione di tale Tipo. Dalla valutazione dei tratti (“Trait rating”), solo l’antagonista “Narcissism” (“Narcisismo”) risulta “estremamente descrittivo” (punteggio 3), mentre tutti gli altri tratti non sono descrittivi della personalità del signor Massimo.
Poco importa se il dottor Verdi aveva abilmente diagnosticato un Disturbo Narcisistico di Personalità, nel 2013 tale disturbo non esiste più. Quindi nel 2013 Massimo non avrà più un Disturbo Narcisistico di Personalità, non avrà –con tutta probabilità- alcuna diagnosi così specificamente determinata.
Come si sentirebbe il signor Massimo: Guarito? Forse sulla carta, perché –nella realtà di tutti i giorni- i comportamenti disfunzionali che avevano portato Massimo ad interpellare il dottor Verdi nel 2010 sono rimasti anche nel 2013. Probabilmente tali atteggiamenti avranno subito delle lievi modificazioni, ma è alquanto improbabile che, in assenza di un qualsivoglia trattamento, essi siano andati incontro a remissione.
La situazione rappresentata è certamente un’estremizzazione, anche se quanto descritto potrebbe capitare in futuro: diverse sono le diagnosi DSM-IV-TR che verranno eliminate nella quinta versione del DSM..
La visione dimensionale della futura diagnosi ex DSM-V sarà senz’altro più articolata, dato che molti sono i parametri che verranno presi in considerazione, tuttavia –come spesso accade quando ci si prefigge di tenere in considerazione un notevole numero di dettagli- si perderà la sintesi che, almeno fino ad oggi, è stata l’obiettivo principe del DSM. Dall’altra parte si avrà una minore perdita di informazioni, ottenendo una descrizione più “individualizzata” del paziente. Quale la migliore delle due posizioni? Difficile a dirsi. Con tutta probabilità la risposta è del tutto soggettiva. Certo è che in entrambi i casi si tratta di due posizioni estreme e, come tutti gli estremi (o estremismi), eccessivamente rigide e –in quanto tali- non esaustive. Nella pratica clinica di tutti i giorni non è infatti risultato difficile ai più utilizzare il DSM (III/ IV/ IV-TR) in una maniera che non fosse rigidamente categorica, proprio perché il lavoro dello Psicologo non consiste nel mero computo di punteggi, ma nel rapporto diretto con le persone tramite l’instaurazione di una relazione. E le persone, si sa, non possono essere ridotte a rigide categorie.
Nel 2013 il signor Massimo, che dal 2010 non ha intrapreso alcun percorso di cura, si reca da un altro specialista, il dottor Bianchi il quale, non conoscendo il paziente, vuole formulare la sua diagnosi. Utilizzando il DSM-V il dottor Bianchi comprende come Massimo rientri in un Disturbo di Personalità di Tipo Antisociale/ Psicopatico, anche se la sua personalità solo “lievemente corrisponde” (punteggio 2 del “Type rating”) con la descrizione di tale Tipo. Dalla valutazione dei tratti (“Trait rating”), solo l’antagonista “Narcissism” (“Narcisismo”) risulta “estremamente descrittivo” (punteggio 3), mentre tutti gli altri tratti non sono descrittivi della personalità del signor Massimo.
Poco importa se il dottor Verdi aveva abilmente diagnosticato un Disturbo Narcisistico di Personalità, nel 2013 tale disturbo non esiste più. Quindi nel 2013 Massimo non avrà più un Disturbo Narcisistico di Personalità, non avrà –con tutta probabilità- alcuna diagnosi così specificamente determinata.
Come si sentirebbe il signor Massimo: Guarito? Forse sulla carta, perché –nella realtà di tutti i giorni- i comportamenti disfunzionali che avevano portato Massimo ad interpellare il dottor Verdi nel 2010 sono rimasti anche nel 2013. Probabilmente tali atteggiamenti avranno subito delle lievi modificazioni, ma è alquanto improbabile che, in assenza di un qualsivoglia trattamento, essi siano andati incontro a remissione.
La situazione rappresentata è certamente un’estremizzazione, anche se quanto descritto potrebbe capitare in futuro: diverse sono le diagnosi DSM-IV-TR che verranno eliminate nella quinta versione del DSM..
La visione dimensionale della futura diagnosi ex DSM-V sarà senz’altro più articolata, dato che molti sono i parametri che verranno presi in considerazione, tuttavia –come spesso accade quando ci si prefigge di tenere in considerazione un notevole numero di dettagli- si perderà la sintesi che, almeno fino ad oggi, è stata l’obiettivo principe del DSM. Dall’altra parte si avrà una minore perdita di informazioni, ottenendo una descrizione più “individualizzata” del paziente. Quale la migliore delle due posizioni? Difficile a dirsi. Con tutta probabilità la risposta è del tutto soggettiva. Certo è che in entrambi i casi si tratta di due posizioni estreme e, come tutti gli estremi (o estremismi), eccessivamente rigide e –in quanto tali- non esaustive. Nella pratica clinica di tutti i giorni non è infatti risultato difficile ai più utilizzare il DSM (III/ IV/ IV-TR) in una maniera che non fosse rigidamente categorica, proprio perché il lavoro dello Psicologo non consiste nel mero computo di punteggi, ma nel rapporto diretto con le persone tramite l’instaurazione di una relazione. E le persone, si sa, non possono essere ridotte a rigide categorie.
Dott. Gianluca Franciosi
La rivoluzione del DSM-V e Disturbi di Personalità nel DSM-V
[1]American Psychiatric Association – edizione italiana a cura di Masson