In colpa
Federica N. “A tutti chiedono l’elemosina. E tutti fanno finta di niente, questa volta anche io. Subito dopo non mi sono sentita a posto. Con me stessa, verso il mendicante. Eppure è una cosa da niente. O no? So solo che mi è pesato e mi sono sentita colpevole di qualcosa di molto peggio.”
L’emozione della colpa ha un importante funzione nel preservare le relazioni significative e nel cercare di mantenere i propri impegni con se stessi e con gli altri. Il senso di colpa si prova quando un proprio comportamento o decisione determina un fallimento e spesso quando crea uno svantaggio, del quale si percepisca la propria responsabilità, per se o per gli altri. L’attenzione si focalizza sulle specifiche caratteristiche del comportamento o del processo decisionale che hanno determinato il fallimento (questa specificità dell’autocritica rende l’emozione di colpa meno pesante rispetto alla vergogna, dove l’autovalutazione negativa riguarda il sé nella sua globalità).
Le persone che provano colpa sono addolorate per il proprio fallimento, e pensano alle cause del fallimento o a ciò che è stato danneggiato o messo in pericolo. Il senso di colpa è quasi sempre accompagnato dalla disamina di possibili comportamenti che riparino il fallimento; la risoluzione del fallimento o il creare le condizioni perché esso non possa ripetersi rappresentano possibili vie di uscita dal senso di colpa. A livello comportamentale e frequente notare le persone in colpa muoversi nell’ambiente come se si adoperassero in qualche modo nel tentativo di rimediare alle proprie azioni. Sebbene le differenze tra colpa e vergogna siano numerose, è possibile che la colpa si trasformi in vergogna se non si riesce a mettere in atto alcuna azione per rimediare al proprio insuccesso. Liberarsi dalla vergogna risulta molto meno agevole che liberarsi dalla colpa.
Vi sono altresì alcune modalità di manifestazione della colpa più insidiose delle altre e che possono costituire un problema persistente per gli individui che le provano. Particolarmente dannoso è il senso di colpa del sopravvissuto, che porta a precludere a se stessi soddisfazioni e successi o addirittura a mettere in atto comportamenti autodistruttivi. E’ possibile che un’idea irrazionale implicita in chi prova quest’emozione sia che eventuali soddisfazioni sarebbero raggiunte a spese degli altri, che i propri successi farebbero sentire male le persone che che non hanno potuto raggiungerli. Anche il senso di colpa da separazione può provocare la sensazione di danneggiare gli altri tramite il raggiungimento dei propri obbiettivi. Le persone possono avere la sensazione di non aver diritto ad una vita autonoma, separata ad esempio da quella della propria famiglia. Le persone possono sentirsi in colpa per essere in qualche modo differenti dalle persone per loro significative, come se ciò comportasse una sorta di slealtà nei loro confronti. Il senso di colpa da onnipotenza comporta invece un esagerato senso di responsabilità e preoccupazione per il benessere e la felicità degli altri. Ciò e presente anche nel senso di colpa del sopravvissuto e da separazione, ma può manifestarsi anche al di fuori dalle precedenti casistiche. Il pensiero irrazionale implicito in questo caso è di poter aver un influsso sul benessere altrui la cui entità è inverosimile e/o riguarda un numero di persone eccessivamente elevato.