Cura del panico

Domande frequenti sul panico

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Come si stabilisce se una cura per il panico è meglio di un’altra?
Chi valuta il rigore metodologico e l’attendibilità degli studi pubblicati?
Chi confronta gli studi su vari tipi di terapia per determinare qual è la cura più efficace?
Quali sono le raccomandazioni per la cura del disturbo di panico?
Quale tipo di cura psicologica è raccomandata?
Cos’è la terapia cognitivo comportamentale?
A chi posso rivolgermi?

Come si stabilisce se una cura per il panico è meglio di un’altra?

Già da molti anni esistono metodologie molto chiare e attendibili per confrontare gli effetti delle diverse terapie. La comunità scientifica internazionale ritiene che una cura, per essere considerata efficace, debba essere confrontata con una condizione “placebo” e/o con le terapie già disponibili al momento della sua introduzione. Ciò avviene tramite i trial randomizzati in doppio cieco.
Nello scenario più semplice a un certo numero di pazienti, per esempio 100, viene somministrata la cura A (attiva, per esempio dell’aspirina). A un numero equivalente di altri pazienti viene invece somministrata la cura P (placebo, per esempio una pillola di zucchero).
Poiché spesso, nella cura di diversi disturbi, si può ottenere un certo miglioramento anche assumendo un placebo, la cura attiva deve evidentemente dimostrarsi superiore al placebo.
Per esempio, nel caso del panico, l’intensità dei sintomi può essere valutata tramite la PDSS (Panic Disorder Severity Scale). L’intensità del panico sarà valutata in tutti i soggetti prima di iniziare la cura e poi in vari momenti successivi. Per esempio dopo 2, 4, 8 e 12 settimane.

Alla fine dello studio si confronteranno tra loro i punteggi dei soggetti che hanno ricevuto la cura A con quelli della cura P. Per esempio si potrebbe riscontrare che i soggetti che hanno ricevuto il placebo sono migliorati mediamente del 20%, mentre quelli della cura attiva sono migliorati del 60%. Con una serie di procedure statistiche è possibile valutare la probabilità che una simile differenza sia dovuta al solo effetto del caso. Se le probabilità che la differenza tra i 2 gruppi sia dovuta al solo effetto del caso è inferiore al 5%, il trattamento viene ritenuto effettivamente superiore alla condizione placebo.
Questi studi devono essere condotti con il massimo rigore metodologico, ovvero seguendo regole ben precise, come l’assegnazione effettivamente casuale dei soggetti ai due gruppi e il mantenimento della condizione di doppio cieco, ovvero che sia i pazienti che i curanti siano all’oscuro di quale delle 2 cure stiano facendo i singoli pazienti. Gli studi condotti in questo modo devono poi essere resi pubblici, tipicamente tramite la pubblicazione su una rivista accademica specializzata.

Chi valuta il rigore metodologico e l’attendibilità degli studi pubblicati?

Un comitato di esperti di ciascuna rivista accademica valuta il resoconto di ciascuno studio ricevuto per la pubblicazione e chiede a chi ha condotto lo studio di fornire eventuali informazioni mancanti ritenute importanti.

Chi confronta gli studi su vari tipi di terapia per determinare qual è la cura più efficace?

Spesso gli stessi comitati di esperti facenti parte della redazione delle riviste commissionano ad altri esperti una revisione della letteratura esistente su una data materia (per esempio tutti gli studi pubblicati da riviste accademiche sulla terapia del disturbo di panico).
Esistono tuttavia due istituzioni internazionali che hanno acquisito sempre più prestigio e credibilità nella valutazione complessiva degli studi di efficacia.

Si tratta del britannico National Institute for Health and Clinical Excellence (NICE) e della statunitense American Psychiatric Association (APA).
Queste istituzioni determinano le migliori prassi di cura nei rispettivi paesi e sono ritenute estremamente autorevoli e affidabili dai terapeuti della maggior parte del globo.

Quali sono le raccomandazioni per il trattamento del disturbo di panico?

Il National Institute for Health and Clinical Excellence raccomanda, per la cura del panico, la terapia psicologica, poiché, una volta interrotto il trattamento, i pazienti che hanno effettuato la terapia psicologica, mantengono i risultati della cura più stabilmente rispetto ai pazienti che effettuano la terapia farmacologica.

Quale tipo di terapia psicologica è raccomandata?

Secondo NICE e APA la terapia cognitivo comportamentaleè il trattamento di elezione per il disturbo di panico.

Non ci sono evidenze che la terapia combinata (terapia cognitivo comportamentale + farmaci) dia maggiori risultati rispetto alla sola terapia cognitivo comportamentale nel lungo termine.
Le evidenze di efficacia per altri tipi di psicoterapia sono drasticamente ridotte rispetto alla terapia cognitivo comportamentale e in molti casi sono del tutto assenti, pertanto nessuna altra terapia psicologica è raccomandata come prima scelta oltre alla terapia cognitivo comportamentale.

Cos’è la terapia cognitivo comportamentale?

La terapia cognitivo comportamentale è la terapia che ha ricevuto più prove di efficacia nella maggior parte dei disturbi psicologici e psichiatrici. Si tratta di una psicoterapia ovvero di una serie di sedute (tipicamente 10-15) in cui paziente e terapeuta lavorano attivamente per la risoluzione del problema. Le componenti principali della terapia cognitivo comportamentale per il panico sono:

  • – Psicoeducazione (informazioni dettagliate sul disturbo di cui il paziente soffre)
  • – Tecniche di coping (strategie utili nel fronteggiamento dei sintomi acuti, possono includere la rieducazione respiratoria o tecniche di rilassamento)
  • – Esposizione enterocettiva e situazionale (affrontare le sensazioni e le situazioni temute gradualmente, in modo da abituarsi ad esse).
  • – Ristrutturazione cognitiva (alcune interpretazioni della realtà fornite dal paziente possono essere condizionate dal disturbo e risultare quindi svantaggiose per il paziente stesso. L’adozione di chiavi di lettura differenti viene incoraggiata)
  • – Sospensione dei “Safety behaviours” (ovvero di quei comportamenti che il paziente mette in atto per sentirsi più sicuro, ma che spesso non sono utili al trattamento).
  • – Prevenzione delle ricadute
    (tutte le informazioni utili nel caso in cui un sintomo ricompaia dopo la fine di una terapia efficace).

A chi posso rivolgermi?

Per la terapia psicologica rivolgetevi a uno psicologo psicoterapeuta.
Se preferite utilizzare degli psicofarmaci rivolgetevi a uno psichiatra.
Se vi trovate nella zona di Milano potete contattare direttamente il Dottor Lorenzo Magri
Telefono: 347 8132140